Le Linee Guida della European Society of Cardiology 2022 sulla cardio-oncologia sviluppate in collaborazione con la European Hematology Association (EHA), la European Society for Therapeutic Radiology and Oncology (ESTRO) e l’International Cardio-Oncology Society (IC-OS)

Il 22 agosto 2022 sono state pubblicate online sullo European Heart Journal le prime Linee Guida della European Society of Cardiology (ESC) sulla cardio-oncologia. Il documento è stato sviluppato in collaborazione con la European Hematology Association (EHA), la European Society for Therapeutic Radiology and Oncology (ESTRO), e l’International CardioOncology Society (IC-OS).
 

Nel relativo comunicato stampa l’ESC spiega che queste linee guida forniscono raccomandazioni specifiche sulla gestione prima, durante e dopo la somministrazione di terapie oncologiche che hanno il potenziale di causare problemi al cuore ed ai vasi.
Infatti, per lo più tutte le terapie per il cancro possono potenzialmente causare malattie cardiovascolari. In ragione del successo delle terapie oncologiche nel prolungare la sopravvivenza, un numero sempre maggiore di persone oggi vive con patologie cardiache causate dalle terapie, e precedenti studi hanno dimostrato che i pazienti sopravvissuti a diversi tipi di tumori solidi così come ai linfomi presentano un rischio di due volte superiore di patologie cardiache letali in confronto a soggetti simili.

 

Il primo importante aspetto per oncologi ed ematologi è quindi conoscere quali terapie possono determinare problemi cardiaci. Il secondo aspetto è dato dal fatto che le diverse terapie oncologiche non determinano lo stesso livello di rischio in tutti i pazienti. Quindi, è consigliabile eseguire una valutazione cardiovascolare al basale per identificare i pazienti ad alto rischio, che dovrebbero quindi venire indirizzati ad un cardiologo per una ulteriore valutazione cardiaca al fine di ottimizzare la salute del cuore ed i fattori di rischio prima dell’inizio della terapia. 
 

La preservazione ed il monitoraggio della salute cardiaca durante le terapie oncologiche costituiscono una parte integrante di queste linee guida. I pazienti dovrebbero venire educati circa i rischi potenziali e come questi possono venire ridotti, ad esempio smettendo di fumare, fare attività fisica almeno per 150 minuti a settimana senza però raggiungere l’esaurimento fisico, seguendo una dieta salutare, e limitando l’assunzione di alcol a 100 grammi la settimana. Vengono inoltre raccomandati il rigido controllo dell’ipertensione arteriosa, del diabete e dell’ipercolesterolemia.   Per alcuni pazienti viene consigliato il monitoraggio della pressione arteriosa a domicilio al momento di iniziare una terapia oncologica nota per innalzare la pressione arteriosa.
 

L’ESC sottolinea anche che le raccomandazioni di queste linee guida sono formulate per la diagnosi ed il trattamento degli effetti collaterali cardiovascolari durante il trattamento del cancro. Una complicazione frequente è l’indebolimento del muscolo cardiaco, noto come disfunzione ventricolare sinistra, che può evolvere verso un indebolimento ancora più grave quale lo scompenso cardiaco. Una tipica causa è la chemioterapia con antracicline, quali doxorubicina, daunorubicina o epirubicina, che vengono impiegate per tumori della mammella, linfomi e sarcomi. Se la disfunzione cardiaca viene diagnosticata nel corso della sorveglianza per mezzo dell’ecocardiogramma e/o di test ematochimici per il danno cardiaco, allora viene fortemente raccomandato che i team cardiologico ed oncologico discutano i pro e i contro di proseguire rispetto ad interrompere la terapia oncologica.  
Il monitoraggio nel primo anno dopo le terapie viene raccomandato in determinati gruppi. Questi ultimi comprendono i pazienti che hanno sviluppato una complicanza cardiaca durante le cure per verificare se il problema si risolve o persiste dopo che il farmaco oncologico è stato eliminato dall’organismo.  Per alcuni pazienti ciò comporterà un periodo per la progressiva sospensione delle terapie cardiologiche iniziate durante le cure oncologiche, mentre ad altri pazienti verrà consigliato di proseguire le terapie cardiologiche a vita. 

 

Un altro obiettivo è l’identificazione di nuove problematiche cardiache dal momento in cui per alcune terapie oncologiche, quali le antracicline, la maggior parte di effetti collaterali cardiovascolari vengono evidenziati nei primi 12 mesi dopo avere completato la terapia. I pazienti dovrebbero mantenere le abitudini per una vita sana, riferire potenziali sintomi cardiaci, e mantenere controllati pressione arteriosa, diabete ed ipercolesterolemia.
Alcuni pazienti necessitano di un monitoraggio a lungo termine delle problematiche cardiovascolari. Questi comprendono i pazienti sopravvissuti a neoplasie pediatriche e giovanili trattate con alti dosaggi di chemioterapia a base di antracicline e/o con alte dosi di radioterapia del torace, i pazienti oncologici adulti che hanno sviluppato complicazioni moderate o gravi durante il trattamento, i pazienti sopravvissuti a leucemie, mielomi o linfomi che hanno richiesto un trapianto di midollo osseo, e pazienti in terapia a lungo termine con trattamenti oncologici che abbiano il potenziale di causare problemi cardiaci dopo anni di trattamento. 

 

Bibliografia:
2022 ESC Guidelines on cardio-oncology developed in collaboration with the European Hematology Association (EHA), the European Society for Therapeutic Radiology and Oncology (ESTRO) and the International Cardio-Oncology Society (IC-OS). European Heart Journal 2022.